occupazione giovanile

Come una cooperativa sociale di tipo B sta provando a usare innovazione e digitale per garantire l’accesso alla cultura a tutta la cittadinanza, a partire da quella più fragile.
Le giovani generazioni riconoscono che negli ultimi anni il mondo del lavoro è cambiato a favore di una maggiore flessibilità e conciliazione. Ma lo stress e l'ansia per il futuro sono ancora molto diffusi. A dirlo è un'indagine di Deloitte.
Secondo Alessandro Rosina serve un cambiamento culturale che li responsabilizzi rendendoli più “cittadini attivi” e meno “figli a carico”. Questo passa però dal rafforzamento e allargamento di investimenti che li aiutino a sperimentarsi e ad essere riconosciuti come soggetti attivi in grado di prendere decisioni responsabili.
Il dibattito sul welfare durante la campagna elettorale si è concentrato su pochi punti chiave, lasciando ai margini molti temi sociali che sono e saranno fondamentali per il nostro Paese. Per questo vogliamo offrire alcune riflessioni che possano essere utili al prossimo Governo.
A Milano la Fondazione Bracco ha festeggiato i primi 10 anni del suo programma pluriennale multidisciplinare rivolto alla formazione dei giovani.
A Porto si è deciso che entro il 2030 almeno il 78% della popolazione europea dovrà avere un lavoro. Ma dietro a medie e percentuali ci sono questioni complesse che occorre conoscere per evitare di sottovalutare questo tema strategico.
A Cortemilia, in provincia di Cuneo, c'è Brovind, società che opera a livello internazionale nel settore dell’automazione industriale. Negli ultimi anni l'azienda ha investito molto nel welfare aziendale e ha scelto di coinvolgere anche il territorio, in particolare realizzando alcune misure in collaborazione con il Comune di Cortemilia e con la filiera dei servizi locale. Quali sono le ragioni di queste scelte? Valentino Santoni ne ha parlato con Paola Veglio, AD di Brovind.
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